Bellissimo paesaggio olio su tela misura 50x70cm del 1965, con cornice coeva. Autore Vittorio Lesca. Firmato e datato dall’artista in basso a destra.
Il ponte di Ganda è un ponte della provincia di Sondrio, costruito nel 1776 sul fiume Adda dove unisce le sponde dei comuni di Morbegno e Civo. Prende il suo nome dalla zona in cui è costruito, la frazione Ganda, parola che in dialetto è sinonimo di pietraia, zona rocciosa. Per molti secoli il ponte fu l’unico attraversamento stabile e sicuro nella parte bassa dell’Adda valtellinese di fondamentale importanza per le necessità della vita comune e i commerci. I veneziani, ad esempio, utilizzarono il passo San Marco, Morbegno e, di conseguenza, il ponte, quale via preferenziale per i commerci e i trasporti verso e dal Nord Europa. Una prima versione del ponte venne costruita tra il 1489 e il 1499, poco più a valle rispetto al punto in cui si trova l’attuale struttura. Progettata dall’architetto Giovanni Antonio Amadeo, venne distrutta nel 1566 da una piena dell’Adda. Dopo esser stato ricostruito, il ponte fu parzialmente demolito dagli abitanti di Morbegno, nell’ambito delle dispute che sfociarono nel Sacro macello. Nel 1772, il ponte venne abbattuto da una nuova piena dell’Adda. Immediatamente si pensò alla ricostruzione di un collegamento tra le due sponde del fiume, collegamento di vitale importanza per gli scambi commerciali. Ad Antonio Nolfi, vincitore dell’appalto per la costruzione del nuovo ponte, nella primavera del 1776 subentrò l’ingegnere milanese Francesco Bernardino Ferrari, che il 21 novembre 1776 firmò il disegno e il piano per il nuovo ponte. I lavori si conclusero il 2 ottobre 1778.
Vittorio Lesca. Nato a Ventimiglia (IM) il 20.11.1902, giunge a Sondrio da Torino nel 1927 come geometra del Catasto. Nel dopoguerra consegue la laurea in Economia e commercio ed avvia una intensa attività artistica affermandosi come pittore assai gradito alla clientela. Morì a Sondrio nel 1967. Bibliografia BENETTI Livio, “Nel salone del Palazzo del Governo. La mostra personale di Vittorio Lesca”, in L’Ordine [di Como] del 1 aprile 1959.